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Cronache dallo spazio latente/2

Immagine di copertina: pubblicità del Prophet 5, uno dei sintetizzatori più usati degli anni ’80 (Micheal Jackson, Peter Gabriel, Pet Shop Boys, Eurythmics, Kraftwerk , colonna sonora di Terminator)

Cross-over tra società di IA e case di produzione

Lionsgate, la casa di produzione di film e saghe come Hunger Games e John Wick, ha stretto un accordo con Runway, la piattaforma per video generativi.
“Le aziende affermano che il nuovo modello sarà “personalizzato per il portafoglio proprietario di contenuti cinematografici e televisivi di Lionsgate” ed esclusivo per lo studio. Lo scopo sarà quello di “aiutare Lionsgate Studios, i suoi registi, registi e altri talenti creativi ad aumentare il loro lavoro”.”

La stessa Runway continua la sua politica “aggressiva” verso l’industria cinematografica lanciando l’Hundred Film Fund: finanziamenti per 100 progetti cinematografici potenziati dall’Intelligenza Artificiale.
Con grant da 5.000 dollari fino a 1M$+ e 2M$ in crediti Runway, l’iniziativa punta a ridefinire la narrazione cinematografica nell’era dell’IA
Sono ammessi tutti i formati (lungometraggi, cortometraggi, documentari, progetti sperimentali, video musicali, ecc.) a condizione che il progetto cinematografico sia già in corso e utilizzi Runway.

Meta (Facebook) ha dichiarato di aver collaborato con Blumhouse Productions, la società di Hollywood dietro a film horror popolari come “The Purge” e “Get Out”, per mettere alla prova il suo nuovo modello video AI generativo Movie Gen.

Fonti: Hollywood Reporter, IndieWire, Reuters

“L’introduzione del sonoro nei film è una tragedia.”

Molti addetti ai lavori, compreso Chaplin, disdegnarono a lungo il sonoro, introdotto negli anni ’30.
Il professor Tomas Elliott, della Northeastern University di Londra ricorda: “C’era il timore che l’introduzione del sonoro avrebbe sminuito l’espressionismo artistico puramente visivo del mezzo, che avrebbe intaccato l’unicità del cinema, che avrebbe creato un’esperienza visiva senza pari nelle altre arti”.

I Tears for Fears, il duo che ascoltavamo negli anni ’80 (chi c’era si ricorderà, tra le altre canzoni, “Shout”, “Everybody wants to rule the world”, “Sowing the seeds of love”), riflette sulle analogie tra quel periodo e quello odierno riguardo l’uso delle nuove tecnologie.

“La tecnologia ha cambiato tutto in quel periodo ed è interessante vedere le somiglianze con ciò che sta accadendo ora con l’IA. Così come i sintetizzatori negli anni ’80 ci hanno permesso di fare musica senza una band, riproducendo ogni strumento, adesso si riescono realizzare altre cose senza bisogno che ci siano delle persone a farle. E così come oggi veniamo criticati per l’uso dell’AI, all’epoca ci criticavano perché usavamo la tecnologia».”

Fonti: Northeastern Global News, corriere.it

Varietà di pareri

Qualche giorno fa il Variety Entertainment and Technology Summit 2024 ha esplorato le intersezioni tra tecnologia e industria dell’intrattenimento, toccando temi come il podcasting, l’intelligenza artificiale e il futuro dello storytelling. L’evento ha riunito leader di aziende come Google, Warner Bros., Disney, DC Studios, Nvidia e Pinterest.
Alcune riflessioni dei partecipanti:

– Victoria Bousis, filmmaker, ha affermato che l’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il suo approccio al processo creativo, evidenziando l’intersezione tra tecnologie emergenti e aree quali sviluppo visivo, modellazione 3D, ingegneria del suono e altro ancora. “Fa emergere la bellezza e dà profondità alla tua narrazione.”
– Michael Wise, CTO di Universal, ha sottolineato l’importanza di affrontare le questioni fondamentali legate all’IA. “Dobbiamo sistemare la parte di proprietà intellettuale e copyright. Non avremo un’industria se i copyright non saranno efficaci. Dobbiamo sistemare la parte etica.”
– Abi Ashok di Expedia Group ha enfatizzato che l’IA dovrebbe potenziare, non sostituire, i creativi. “Se non eri minacciato da PhotoShop, non dovresti essere minacciato dall’IA.”

Fonte: Variety