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Cronache dallo spazio latente/3

Immagine di copertina Alighieri” di Mat Maitland

IA a Brodway

Un premio Nobel arrogante ma creativamente prosciugato chiede aiuto all’IA per scrivere il prossimo “suo” libro. E’ la trama di una pièce, “McNeal” scritta dal premio Pulitzer Ayad Akhtar e recitata a Brodway da Robert Downey Jr.

Credo che questa sia una delle più interessanti nonché disturbanti (del resto, ci troviamo in questa valle…) riflessioni su Intelligenza Artificiale e creatività, proprio perché non arriva da attori arrabbiati o autori indignati. Akhtar ha scritto il monologo e ha anche provato a farne riscrivere la parte conclusiva da ChatGPT, visto che doveva essere, nella finzione, scritta proprio da un’IA. Alla fine ha conservato solo un paio di righe “sintetiche”, ma la performance di Downey Jr. sembra sia stata comunque “intima ma stranamente disincarnata”.

Il rincorrersi tra umano e macchina, nella finzione e nella realtà, lo trovo affascinante. Spero che qualche attore o attrice italiana ne faccia una versione italiana.

Akhtar afferma: “”Sono passato dal sentire che si trattava di un’apocalisse in divenire, al sentire che è inevitabile che la nostra partecipazione – come scrittori creativi – sarà centrale. Non penso che ci sostituirà, ma penso che ci renderà migliori e ci renderà peggiori”.

Fonte: New York Times

Sceneggiature recitate

Le case di produzione ricevono centinaia di sceneggiature all’anno. Un aiuto per la selezione potrebbe venire dal progetto di Echobend. Sfruttando la tecnologia text-to-voice di ElevenLabs trasforma le sceneggiature in file audio: diverse voci recitano le parti, rendendo l’esperienza simile all’ascolto di un radiodramma d’antan, fruibile in momenti diversi da quelli consueti dedicati alla lettura. E forse con qualche indicazione in più per la valutazione.

Fonte: Fast Company

Abbassare i toni

Una posizione soft sull’IA quella di Scott Beck e Bryan Woods, autori e registi di “Heretic“, horror con Hugh Grant. Woods ha definito l’IA una “tecnologia incredibile” che dovrebbe essere sepolta “sottoterra con testate nucleari, perché potrebbe ucciderci tutti”. Ha aggiunto che l’IA generativa è semplicemente “un algoritmo che mescola un mucchio di merda insieme e poi la sputa fuori come arte. Non è umana e, a un certo livello, è al limite del furto”.
Per essere più chiari, hanno inserito nei titoli di coda la scritta “”non è stata utilizzata alcuna intelligenza artificiale generativa nella realizzazione di questo film”.
Un contributo prezioso al dibattito…

Fonte: IndieWire

Odi et amo

“Per le arti c’è ancora bisogno di un progetto curatoriale che rielabori ciò che la macchina (ndr IA) produce, altrimenti il risultato resta una riordinazione, seppur complessa, di qualcosa di già fatto. Siamo comunque all’inizio della sperimentazione, e questo, come creativo, dà anche una dose di eccitazione: è un mezzo che da una parte cerchi di capire come neutralizzare, dall’altra come sfruttare nel migliore dei modi.”

Mat Maitland, artista e creativo inglese, in un’intervista su “D”, inserto de La Repubblica.